martedì 11 dicembre 2007

Oplà, città in campo

SABATO 15 DICEMBRE 2007

Convivialità e riflessioni al campo rom di Scampia

Programma:

ore 13.30 Pranzo con cucina napoletana e romanì al "Circolo di Nino"

ore 15.30 Presentazione del numero di dicembre del mensile Monitor sui campi rom nella "Scola Jungla"

ore 17.30 Cine-baracca: Proiezione del film "Vengo" di Tony Gatlif.

Per raggiungerci:
A piedi: metropolitana linea 1, fermata Piscinola-Secondigliano , stazionamento degli autobus navetta ogni 15 minuti prima corsa ore 12.00
In auto: Parcheggio chiesa S. Maria della Speranza (via Ghisleri), aspettare la navetta o proseguire a piedi (100 mt) lungo Viale della Resistenza seguendo le indicazioni.

recapiti: 3388525697 - 3394050924

Foto riunione alla Scola Jungla

giovedì 22 novembre 2007

Napoli Monitor lo trovi:

Centro
Gallerie: Hde, piazzetta Nilo - Manidesign,via S. Giovanni Maggiore Pignatelli -La. Na., piazza E. De Nicola.
Librerie: Perditempo, via Tribunali -Jamm, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli - Dante & Descartes, via Mezzocannone - Mondadori, via B. Croce - Feltrinelli, via S. Tommaso d’Aquino - Eva Luna, Piazza Bellini - O’ Pappece, vico Monteleone - Librido, via San Sebastiano - Treves, piazza Plebiscito - Mani Tese, piazza Cavour - Canto Libre, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 35.
Edicole: piazza Monteoliveto - piazza Trieste e Trento - corso V. Emanuele ang. Monti.
Sanità
Edicole: via Supportico Lopez ang. Vergini.
Vomero:
Fonoteca, via Morghen.
Edicole: via Luca Giordano ang.Cimarosa - staz. Funicolare via Morghen
Bagnoli
Edicole: staz. Metro Bagnoli
Secondigliano:
Gridas, via Monterosa 90
Fuorigrotta:
Edicole: staz. Cumana Fuorigrotta
Quarto
Edicole: Vitulli, staz. Circumflegrea Quarto
Marigliano:
Bottega del commercio equo solidale

mercoledì 21 novembre 2007

COMITATO CITTADINO PER GLI SPAZI PUBBLICI


Mercoledì 21 novembre 2007 alle ore 18.00 ha avuto luogo presso il Damm, nel Parco Sociale Ventaglieri, l'Assemblea del Comitato Spazi Pubblici.

Partecipanti alla riunione: coordinamento parco sociale ventaglieri; comitato spazio pubblico scampia; comitato parco viviani; comitato per il recupero degli spazi dell'ospedale militare; centro studi e coordinamento della partecipazione democratica; mamme del coordinamento parco sociale ventaglieri; comitato bagnoli; damm – zone multiple autogestite; manlio converti; carta; masaniello – amici di beppe grillo;

Dopo una conoscenza reciproca delle diverse realtà presenti, si definiscono alcuni impegni comuni: la collaborazione dei diversi gruppi alla redazione di un “Libro bianco” sullo stato degli spazi pubblici napoletani; il sostegno alle singole iniziative che si svilupperanno su questi temi nei diversi quartieri della città; la riflessione sul modo di rendere più vivibili questi spazi anche al di là del sistema di regole codificate dalle Istituzioni.
In conclusione viene deciso di attivare subito una mailing list che sarà il necessario strumento di collegamento fino alla prossima riunione, che avrà come oggetto specifico la redazione del libro bianco sugli spazi pubblici della citta'.

Il verbale del resoconto dell'Assemblea del 21 novembre 2007 al Damm
è pubblicato su: http://www.parcosocialeventaglieri.it/pagine/storia/comitatospazi.htm

domenica 4 novembre 2007

Bando "mito del mammut" sugli spazi pubblici

‘IL MITO DEL MAMMUT’
Seconda edizione

BANDO DI GARA
Il bando Mito del Mammut - seconda edizione, rientra nelle attività dell’anno 2008/09 del Centro Territoriale a Scampia – Mammut, progetto in rete con le agenzie educative in ambito cittadino e nazionale.
Il bando ha come oggetto le possibilità d’incontro dei temi dell’educazione con quelli dello spazio pubblico urbano.

DESTINATARI
E’ rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, alle associazioni e più in generale alle agenzie didattico/educative della Regione Campania.

PREMESSA
Il percorso che proponiamo alle scuole e alle altre agenzie educative della Campania, parte da due possibilità/criticità, attinenti alle scienze urbane ed educative. La prima riguarda gli spazi pubblici urbani non privati. Lo scorso anno il Centro Territoriale Mammut, con i gruppi del Comitato Spazio Pubblico ed altre associazioni italiane, ha dedicato molte delle sue energie al tema dello spazio pubblico urbano, emerso come questione nevralgica del vivere moderno.
In Campania questo argomento riveste un’importanza ancora maggiore che in altre parti d’Europa. Le piazze, le strade, i vicoli ed altri luoghi comuni della nostra Regione rappresentano, infatti, un patrimonio culturale spesso antico e prezioso, luoghi da sempre deputati alla socialità spontanea e trasversale. E’ d’altra parte vero che in Campania, ai tanti mali che un po’ ovunque affliggono gli spazi pubblici urbani, si aggiungono alcune peculiarità del tutto nostrane. Al disagio provocato da motorini, macchine, elettrosmog, inquinamento acustico, luminoso e da mercato (basti pensare a quanto la nostra visuale in strada venga perennemente bombardata da cartelloni pubblicitari, neon, vetrine) disagio comune ad altre regioni del mondo, la Campania aggiunge una maggiore incuria da parte delle istituzioni, la presenza di malavita piccola e grande, l’assenza di alternative valide.
L’altra possibilità/criticità alla base della nostra proposta riguarda invece il mondo dell’educazione. Al di là delle speculazioni politiche del momento, gran parte delle scuole e delle altre agenzie educative mondiali vivono da oltre un decennio un momento di profonda difficoltà, trovandosi a dover fronteggiare un mutamento sociale tanto radicale quanto spiazzante. Di fronte allo stravolgimento dei parametri tradizionali del vivere in collettività, molto spesso le aggregazioni sociali (agenzie educative comprese) hanno finito per ritenere l’arroccamento in sede - aula o spazio associativo che fosse - una delle poche soluzioni valide per affrontare le incertezze del momento. Le spinte pedagogiche rivolte all’uscita dall’aula, alla sperimentazione di strategie e modalità educative volte a combinare il dentro e il fuori, le lezioni d’aula alternate ad escursioni in ecosistemi naturali e in ambienti urbani, hanno subito una forte battuta d’arresto.

FINALITÀ
Occuparsi dello spazio pubblico urbano, e farlo durante il proprio ordinario didattico, è insomma la vera opportunità che con questo bando intendiamo coltivare.
Opportunità tanto per un miglioramento della didattica, quanto per il miglioramento della qualità di vita in città.
Dopo la prima edizione del‘Mito del Mammut’ rilanciamo pertanto l’invito a scuole e associazioni a partecipare alla seconda edizione del nostro gioco didattico.

MODALITÀ
Lo scorso anno la richiesta di partecipare al Mito del Mammut da parte delle agenzie del territorio è cresciuta in maniera rapida ed esponenziale, spingendoci ad adottare per il nuovo anno una formula diversa, più snella e maggiormente basata sull’attivazione autonoma delle singole agenzie educative. Ed ecco allora il perché del bando: un concorso festoso tra chi a Napoli si occupa di didattica e educazione, nell’impegno a riprendersi la città e il tempo della scuola.
La cooperazione e la condivisione restano alla base della proposta. Il premio finale è naturalmente un pretesto simbolico, il vero guadagno sarà per tutti l’arricchimento della didattica ordinaria, l’avanzamento verso un ruolo nuovo della scuola sul territorio e il recupero di zone abbandonate del proprio quartiere.

REGOLAMENTO
1)
Il percorso è aperto alle scuole, alle associazioni e alle altre agenzie educative che, individuando uno spazio pubblico (giardino, monumento, piazza, strada, vicolo, etc.) bisognoso di cure, decidano di occuparsene in termini migliorativi nell’attivazione di altre componenti del quartiere (es: altre scuole, associazioni, Municipalità, esercizicommerciali, etc.).
2) Lo spazio in oggetto non deve essere di pertinenza dell’ente proponente, deve cioè risultare accessibile alla cittadinanza tutta, senza bisogno di permessi e/o altro tipo di concessioni da parte dell’ente partecipante.
3) L’opera migliorativa e l’attivazione del quartiere potrà avvenire nei modi e nei tempi che l’agenzia partecipante riterrà più opportuni. Potrà consistere in un abbellimento permanente, in un’istallazione momentanea, in una mostra, in una performance o nelle
altre forme che l’agenzia educativa vorrà realizzare.
4) L’opera migliorativa di cui al punto 3), dovrà essere inserita all’interno della programmazione didattico/educativa ordinaria dell’agenzia educativa.
5) L’opera migliorativa dovrà essere caratterizzata da elementi di didattica afferente alla pedagogia attiva, dovendo contenere segmenti riconducibili a:
- Ruolo del maestro come regia educativa
- Città come aula diffusa
- Cooperazione
- Interdisciplinarietà
- Uso del corpo e di materiali volti a coltivare creatività e espressività degli educandi.
6) Costituiranno elementi di favore nell’attribuzione del punteggio finale, l’utilizzo di materiali di scarto e di riciclo.
7) Alla base dell’opera migliorativa dovrà esserci la ricerca su una storia, liberamente inventata o ricavata dalla tradizione, avente come caratterizzazione culture lontane, nel tempo e nello spazio (verranno cioè ammesse narrazioni provenienti da chi in passato ha abitato i luoghi del quartiere dove la scuola opera, o narrazioni provenienti da popoli di altre Nazioni e Continenti).
8) L’agenzia partecipante dovrà organizzare, all’interno dello spazio oggetto di opera migliorativa, un momento aperto alla città per la condivisione del percorso svolto. Tale momento potrà essere organizzato tra febbraio e aprile 2009.
9) Durante tale momento di condivisione cittadina, l’agenzia proponente dovrà fornire la
giusta visibilità al percorso svolto, oltre che ai suoi risultati.
10) La data di realizzazione di questo momento cittadino dovrà essere comunicata agli organizzatori entro e non oltre il 20 febbraio 2009, al fine di consentire la redazione del calendario comune e la sua giusta divulgazione anche a mezzo stampa.
11) Una giuria, composta da pedagoghi, urbanisti ed esperti in arti figurative e narrative, valuterà il percorso svolto nella sua interezza, assegnando un punteggio complessivo all’opera di ciascuna delle agenzie educative partecipanti.
12) Al vincitore, nella giornata finale di maggio organizzata nella piazza Grandi Eventi di Scampia, verrà assegnato un premio simbolico costituito da:
a) 1.000 euro in contanti, spendibili dall’agenzia educativa per le proprie esigenze;
b) Arredi utili allo spazio esterno dell’agenzia educativa per un valore non superiore ai 2.000 euro; oppure un week-end educativo per un massimo di 30 bambini tra quelli che hanno più attivamente partecipato al percorso del Mito Mammut dell’anno.
13) Le agenzie educative che vorranno partecipare dovranno far pervenire la scheda d’iscrizione agli organizzatori entro il 30 novembre 2008, inviando copia del fax simile allegato:
Associazione di Promozione Sociale Compare
Via dello Sport 24 – 80126 Napoli
14) Tra le agenzie che avranno provveduto all’iscrizione secondo quanto indicato, ne verranno selezionate un massimo di 15.
15) Alle agenzie selezionate gli organizzatori garantiranno:
a) Supporto alla progettazione: con 3 incontri di avvio, di cui 2 con i docenti e 1 con il gruppo di bambini che partecipano al percorso.
b) Supporto alla realizzazione: un tutor Mammut seguirà lo svolgimento del percorso, mantenendo l’agenzia iscritta in relazione costante con la rete di progetto e fornendo suggerimenti utili.
c) Laboratori: previa richiesta motivata da parte dell’agenzia partecipante, gli organizzatori mettono a disposizione dei singoli percorsi didattici esperti in arti plastiche e figurative, in espressività teatrale e musicale, in artigianato artistico, in progettazione urbana, in didattica scientifica e umanistica, per un massimo di 8 ore complessive.
16) Ai percorsi svolti dalle agenzie educative partecipanti, verrà data ampia visibilità in ambito cittadino e nazionale attraverso la stampa e le iniziative editoriali del Centro Territoriale Mammut.
Per ulteriori informazioni contattare
Claudia Mollo 348.0581859
info@mammutnapoli.org / www.mammutnapoli.org

lunedì 15 ottobre 2007

Un verbale dell’assemblea tenuta durante la tre giorni

Comitato Spazio Pubblico
5 ottobre 2007

Scala spaziale
Il ragionamento intorno a uso e funzioni di piazza e parco (e su quanto accade in quei luoghi) deve necessariamente essere integrato in una visione più allargata. In primo luogo, si tratta di tenere presente – nelle azioni che si vogliono intraprendere per la ri-qualificazione di quell’area – quanto avviene nei lotti adiacenti e nell’intero quartiere. Ma accanto a questa attenzione che si mantiene ancora ad un livello fortemente locale, emerge la necessità, l’opportunità di pensare la piazza, il parco, il quartiere come luoghi della città, che possano vivere anche della circolazione di persone provenienti da “fuori”; pensare in questi termini `e una strategia per evitare la produzione di un immaginario che generi auto-reclusione e fa il paio con la proposta (che in qualche modo ribalta i termini della questione) di indirizzare l’interesse del comitato verso la “liberazione” di spazi pubblici in città, andando oltre la segregazione dei quartieri (pensiamo al richiamo alla biblioteca di Secondigliano o al parco Ventaglieri) partendo dalla produzione di una idea di vivibilità di quegli stessi spazi.
Uso
A questo proposito, emerge l’immagine di una piazza che sarebbe vivibile se fosse dotata di servizi e strutture che ne permettessero un uso quotidiano (con la possibilità di comprare un giornale e di leggerlo seduti su una panchina, di potere fermarsi a prendere un caffè o bere a una fontanella e così via) e, soprattutto, la rendessero fisicamente accessibile (si pensi ai mancati percorsi che avrebbero dovuto connettere il parco ai lotti). Accanto a questa visione di un posto abitato perchè fornito di servizi che, in qualche modo, diventano automaticamente (?) motivo per frequentarlo, viene sottolineato che l’abitudine ad abitare i luoghi si produce nella pratica: a
dire, sembra, che `e necessario assumere un atteggiamento attivo, intraprendere azioni che portino presenza in quei luoghi che sono abbandonati o male utilizzati, in modo da trasformarli, nell’immaginario diffuso, in posti fruibili: renderli pensabili – e perci`o riconoscibili – come luoghi di aggregazione, risorse; in questa direzione, per esempio, andava la vecchia proposta di ricolonizzazione del parco, affidando la gestione di alcune sue parti a gruppi già attivi (per esempio quelli dediti alle attività sportive), che ne potessero garantire un uso significativo. A questo punto, va ripresa anche l’idea che l’uso di questi spazi non debba essere limitato esclusivamente a fini ludicoricreativi, ma possa avere anche funzione economica: per esempio è stata lanciata l’idea tenere una fiera di usato e antiquariato.
Dimensione sociale
Questo potrebbe essere un modo per produrre valore in termini economici e sociali, in linea con la considerazione che gli spazi pubblici non sono indistinti, tutti uguali, ma ciascuno si essi ha una “qualità”, che è quella delle relazioni (e della vita) delle persone che li abitano. In questa ottica, allora, arriva l’invito a lavorare per superare le solitudini dei lotti e dei parchi: realtà che notoriamente non comunicano (le scuole, per esempio, possono svolgere il ruolo di territori in cui costruire occasioni di comunicazione anche tra adulti, tra i genitori di chi le frequenta). Non si tratta, dunque, di considerare solo una pratica dell’uso dello spazio, ma di occuparsi anche del valore sociale riconosciuto alle persone che lo abitano, ciò non scindere la politica “dei luoghi” dalla politica “delle persone”: andrebbe promossa localmente, allora, la crescita di coscienza dei diritti. In questi termini incide molto, nei luoghi in cui agiamo, il fatto di vivere una cittadinanza debole,l’essere periferia.
Cittadinanza (attiva)
Quello che però ci può far passare dall’essere periferia all’essere centro è il fatto che l’esperienza che stiamo conducendo – quella di raggruppare risorse e diversità che si muovono in una stessa direzione, senza avere mandatari – è non comune e può fornire un modello di intervento. Le giornate che abbiamo organizzato insieme, e l’esito che hanno avuto, dimostrano che le risorse che possiamo muovere, le nostre forze possono produrre trasformazioni effettive, oltre al ragionamento e all’analisi: la strada percorribile è quella secondo cui oltre gli studi dobbiamo individuare e realizzare azioni specifiche. Si osserva, d’altro canto, che questo passaggio all’azione è – allo stato attuale e forse naturalmente – quello di gruppi strutturati e questo ci richiama alla considerazione che troppo spesso per “partecipazione” al bene pubblico si
intende quella delle associazioni, di soggetti già forti: il tentativo, l’obiettivo con cui confrontarsi, dovrebbe essere quello di andare oltre questa logica.
Responsabilità
Allora, in questi termini, occorre capire quale carico, quali responsabilità assumersi in un processo inclusivo che possa produrre partecipazione diffusa: prima di rivendicare diritti, si tratta di assumersi doveri, che permettano poi di individuare e circostanziare la rivendicazione dei diritti stessi; sembra significativo, a questo proposito, rimandare all’invito a “prendersi carico di questi bambini che corrono e mostrano stupore perchè qui si discute...” e allo stesso tempo di proteggere quella situazione dai “bambini che stannodisturbando...”
Istituzioni
Questa istanza di cittadinanza attiva ci riporta immediatamente alla contraddizione – con cui dobbiamo confrontarci – tra la necessità di una interlocuzione con la parte istituzionale che non sia solo fondata sulla richiesta (ma che rientri in una logica di cooperazione effettiva ed efficace), da un lato, e i meccanismi burocratico-istituzionali che “bloccano” l’iniziativa delle persone (laddove questo blocco non sia il prodotto di malafede o malaffare), dall’altro. Ad un livello strettamente locale, sappiamo di potere partire dalla volontà espressa dalla municipalità di partecipare, come soggetto attivo, alle azioni concordate, a cominciare dalla costruzione di un calendario unico di attività territoriali.
Progetto urbanistico
Si solleva , però il problema dell’interlocuzione con un altro livello istituzionale, quello al quale chi stabilisce le direttive del piano di riqualificazione ascolta richieste e proposte per poi cestinarle, il livello al quale si elaborano (o meglio si dovrebbero elaborare) visioni urbanistiche del territorio
cittadino: un riferimento alla STU per l’area nord riporta a questo tema.
Reale/Immaginario
Considerazioni che ci richiamano alla complessa situazione in cui si sta operando, una complessità che coinvolge diversi livelli: un rimando al vissuto locale legato al consumo di droga (che potrebbe portare a interrogarci su come dovrebbe funzionare un Ser.T in questo posto) pure va nella stessa direzione. Questioni che ci servono a riportare l’attenzione tanto ai processi allargati che restano sullo sfondo, tanto a quello che viviamo quotidianamente noi e chi ci sta vicino, con la consapevolezza che la forza di questo gruppo di lavoro risiede nella possibilità di lavorare per la produzione di un immaginario che sia motore di trasformazioni e di esperienze coinvolgenti
che possano smuovere le coscienze, necessariamente, però, partendo dal chiedersi “come si fa a tradurre le emozioni in iniziative concrete?”

sabato 15 settembre 2007

21-22-23 settembre 2007

Oplà, Facciamoci Spazio!!!

Tre giorni per sperimentare, immaginare insieme una gestione partecipata degli spazi pubblici
Vi aspettiamo nella piazza dei "grandi eventi" a Scampia, (vicino alla Villa Comunale)!

Riuscire a percepire lo spazio pubblico come luogo di vita personale e collettivo in cui trascorrere il proprio tempo, è una scommessa ambiziosa per la quale abbiamo deciso di lavorare insieme. In un tempo caratterizzato da istanze e proclami di sicurezza provenienti da una politica locale e mondiale che ci vuole rinchiusi ognuno nelle proprie case a produrre e consumare senza alcuno stimolo critico rispetto al ‘bene collettivo’, i singoli cittadini e le associazioni che danno vita al Comitato Spazio Pubblico decidono di scendere in strada in quegli stessi spazi relegati all’abbandono.
La percezione di uno spazio come lontano o vicino a noi, dipende dalla capacità di vivere quel luogo e di trasformarlo in base alla lettura dei propri sogni e bisogni, rispetto a quelli imposti/inventati dal consumo (grande fratello, bingo, centri commerciali…) che sembrano essere gli unici capaci di aggregare artificiosamente le persone.
A fronte di una politica incapace di vedere e potenziare le tante risorse presenti anche a Scampia, tra i tanti esempi di spazio pubblico mal gestito (come la piazza telematica, le aule mobili…) scegliamo insieme di concentrare i nostri sforzi di riflessione e azione collettiva, inizialmente sulla Villa Comunale e sulla Piazza dei Grandi Eventi.
Il Comitato Spazi Pubblici parte perciò con una tre giorni di laboratori aperti, spazi informativi, musicali e teatrali, organizzando un’assemblea cittadina in cui riflettere, proporre e costruire la trasformazione degli spazi pubblici della città a partire da azioni concrete.
Programma
21 settembre 2007
Ore 9.00-13.00 montaggio tenda e allestimento piazza
Ore 15.00-16.30 Torneo di calcetto
Ore 16.30-18.30 Laboratori Parata par TòT: diablo, circo, clown, sartoria, samba con la partecipazione di Maracatudo
Ore 18.30-19.30 Racconti-laboratorio
Ore 18.30-19.30 Teatro - “Oro Palestina” con A. Mosca e O. Suleiman- Ass. Alquantara
Ore 18.30-19.30 Lettura di favole per bambini
Ore 19.30-24.30 CONCERTO - RocaLuce, controverso, Arancia Meccanica, Terra ‘e Scampia, Rua Port’alba , e con la partecipazione speciale di Peppe Lanzetta e Franco Ricciardi
22 settembre 2007
Ore 10.30-12.30 Laboratori Parata par TòT: diablo, clown, sartoria, circo, samba in collaborazione con i Maracatudo.
Ore 11.30-12.30 Racconti-laboratorio.
Ore 11.30-12.30 Pre-assemblea
'Liberazione degli spazi pubblici': pratiche territoriali a confronto La Rete della Corticella Bologna; il Comitato Spazio Pubblico e il Parco Sociale Ventaglieri, Napoli.
Ore 12.30-17.30 Freestyle HIP HOP, RAP e BREAKDANCE.
Ore 15.00-16.30 Torneo di calcetto.
Ore 15.30-17.30 Laboratori di pittura su stoffa.
Ore 15.30-17.30 Laboratori Parata par TòT: diablo, clown, sartoria, circo, samba con la partecipazione di Maracatudo.
Ore 17.30-19.30 ASSEMBLEA CITTADINA SUGLI SPAZI PUBBLICI
Intervento introduttivo: “Le recinzioni intelligenti non esistono. Note da un'esperienza di ricerca sul parco di Scampia". A cura di F. Palestino e G. Berruti.
Ore 20.00-21.00 Teatro – “Storia spettacolare di Guyelmo el pesado che voleva rovesciare il mondo” di diegoarmandomaradona lavoro di: Braucci, Iodice, Maione, Monetti, Paggetta, Staicih.
Ore 21.00-23.00 CINEMA “Fai la cosa giusta” di Spike Lee
23 settembre 2007
Ore 10.00-13.00: Parata par TòT, parata con tutti! In giro per il quartiere!

venerdì 3 agosto 2007

Documento e proposte del Comitato Spazio Pubblico

A distanza di pochi metri, esistono a Scampia due esempi di come lo spazio pubblico non dovrebbe essere realizzato: la Villa Comunale e la Piazza dei Grandi Eventi.


Nel 1994 veniva inaugurata la Villa, definita da alcuni, “uno stupendo spazio vuoto”, nel 2006 viene inaugurata la Piazza dei Grandi Eventi, “un enorme spazio vuoto e per giunta nemmeno bello”! Per tutti questi anni la stessa logica, lo stesso criterio, all’insegna del “vuoto” e del “mega”, come del resto si può riscontrare in gran parte del quartiere: progetti calati dall’alto, basati sulle conoscenze e i cattivi gusti standardizzati della società industriale. La storia di questi anni dimostra come i numerosi tentativi di partecipazione dal basso, nati da comitati spontanei e dall’associazionismo indipendente, siano stati scarsamente considerati se non proprio ignorati: come non ricordare la lunga lotta del “comitato vele”, l’annosa querelle di “piazziamoci”, il pacchetto di proposte offerte per dare vitalità al parco, il percorso per la creazione di un “comitato di gestione” del campo sportivo, la questione dell’Arci-Scampia, la raccolta di firme per arredare la stazione della Metropolitana di Piscinola con “un percorso che ricordi e documenti l’arte sociale di Felice Pignataro...

Ancora oggi, l’interno della Villa Comunale è farcito di divieti e incompletezze, quasi per nulla frequentato dalla gente del quartiere. Anche l’ingresso, una sorta di barriera fisica e psicologica, sembra coerente con un unico disegno teso a tener lontana la gente. Non così i bordi esterni della villa, il cosiddetto “avamparco”, molto frequentato in tutte le ore del giorno, luogo ideale per chi proviene da ogni parte della città in cerca di un posto tranquillo per iniettarsi eroina nelle vene. Questa funzione urbana (luogo per bucarsi) consolidatasi dopo la chiusura dei sottopassi, si sta espandendo anche alla Piazza dei Grandi Eventi (denominazione che speriamo presto venga presto cambiata). Questa folle creazione, in rapido degrado, finora servita soprattutto a sperperare denaro pubblico, è assolata, dispersiva e priva di ogni architettura che ne faciliti l’uso da parte degli abitanti del quartiere.

Le istituzioni e le professioni (architetti, urbanisti e sociologi) incaricate di progettare, realizzare e gestire gli spazi pubblici, sono i primi responsabili delle atrocità di oggi. Eppure chi comanda non sarebbe mai riuscito a realizzare tutto questo senza una visione di città condivisa con le altre parti sociali. A partire dai singoli napoletani, disposti a impegnarsi fino all’ultimo capello perché la propria casa, il proprio spazio privato, sia il più bello e curato possibile, occupandosi invece sempre meno dello spazio fuori alle proprie mura, lo spazio di tutti che finisce per essere di nessuno. La delega totale alle istituzioni nella loro gestione è un’altra causa dello sfascio metropolitano attuale. Del resto in un quartiere che sembra fatto apposta per questo, gli abitanti di Scampia hanno imparato cosa vuol dire vivere chiusi dentro (dentro casa, dentro chiesa, dentro scuola, dentro al parco…) e si è radicata, come è già stato detto altrove, una vera e propria “cultura del recinto”.

Lasciato alla mercè della buona o cattiva volontà di altri, lo spazio pubblico nel resto della città ha finito per rimanere inghiottito dagli interessi economici e dai loro surrogati. Spazio pubblico occupato da danaro e potere è l’aria satura di smog che respiriamo; è il suono violento dei claxon e dei motori che imperversano per le strade; sono le mura occupate da manifesti e insegne pubblicitarie; sono le vie occupate da tavolini, motorini, macchine….Terreno di conquista per clan e potentati di ogni sorta, lo spazio pubblico ha finito così per non esistere quasi più.

Pensiamo perciò che sia arrivato il momento di riprendersi gli spazi pubblici urbani, anche a Scampia, dando uno strappo deciso a visioni e modalità usate finora. Con i cittadini e le associazioni che danno oggi vita al Comitato spazio pubblico urbano di Scampia, intendiamo riappropriarci dei luoghi non privati. Al posto di progetti calati dall’alto proponiamo di realizzare percorsi condivisi con i cittadini; alle megaopere dispendiose preferiamo piccole sperimentazioni fatte in economia e con materiali naturali o frutto di riciclaggio; alla standardizzazione industriale vogliamo sostituire la creatività locale; piccoli eventi quotidiani al posto di Grandi Eventi sporadici.

In una concezione nuova di città, dove istituzioni e professioni si mettano davvero al servizio di visioni, esigenze e percorsi di crescita di cittadini non più deleganti, all’interno di una politica che avvicini il cittadino al bene pubblico, che non vanifichi il “sapere “ della gente (patrimonio non adeguatamente valorizzato), come Comitato avanzeremo proposte e svolgeremo azioni per un mutamento radicale della funzione urbana finora svolta dalla Villa Comunale di Scampia e dalla Piazza dei Grandi Eventi.

Invitiamo perciò Istituzioni, Associazioni e singoli cittadini che condividono la necessità di questo cambiamento, ad uscire dal chiuso dei propri palazzi, sottoscrivendo questo documento e partecipando alla “tre giorni” che si terrà dal 21 al 23 settembre nella Piazza dei Grandi Eventi. In particolare il Comitato Spazo Pubblico invita a partecipare all’assemblea cittadina che si terrà il giorno 22 alle ore 17,30, nel tentativo di cercare soluzioni ed avanzare proposte condivise sugli spazi pubblici urbani a partire dalla Villa Comunale e dalla Piazza dei Grandi Eventi.

Proposte del Comitato

Sollecitando Municipalità, Comune, Provincia, Regione e singoli cittadini ad assumere le proprie responsabilità nella gestione degli spazi pubblici urbani, avanziamo queste proposte rispetto alla Piazza dei Grandi Eventi e alla Villa Comunale di Scampia. Proposte del comitato:

  • costituire un organismo permanente, composto da rappresentanti delle istituzioni , delle associazioni e cittadini con l’obiettivo della gestione condivisa dei due spazi
  • predisporre un calendario annuale di iniziative promosse dalle istituzioni, dalle singole associazioni, da gruppi di cittadini con l’intento di animare questi spazi e mantenere viva l’attenzione su questa porzione di territorio;
  • effettuare la pulizia e la manutenzione costante e accurata degli spazi interni ed esterni della Villa e della Piazza;
  • realizzare percorsi ombreggiati nella villa e nella piazza, piantando alberi idonei e costruendo pergolati;
  • allestire strutture mobili (tendoni, prefabbricati in legno etc..) idonei ad ospitare laboratori di quartiere e riattivare le pedane in modo da ospitare gruppi giovanili che vogliano offrire momenti musicali;
  • promuovere l’utilizzo degli spazi coperti da pergolati e l’area della collinetta da parte degli anziani (e non) per momenti di lettura individuale o per la realizzazione di attività di gruppo;
  • realizzare nel parco un’area-giochi autocostruita con materiali di riciclo;
  • prevedere iniziative di sperimentazione didattica, nella visione della città come aula diffusa, (visite guidate, adozione di alberi ed aree particolari, orti didattici, attività di birdwatching e di osservazione del cielo; etc..);
  • realizzare una pista ciclabile ai bordi della villa, lato vele, e percorsi relativi ad altre attività sportive;
  • acquistare strumentazione tecnica, da parte della Municipalità, funzionali alla realizzazione di momenti musicali, cinematografici e teatrali nei due spazi in oggetto.

Tutto ciò deve avere come finalità fondamentale l’educazione e la convinzione da parte della cittadinanza della possibilità di vivere quotidianamente, in piena autonomia e senza la necessità dell’accompagnamento di questa parte del territorio, acquisendolo come spazio pubblico e, quindi, anche proprio. Perciò da utilizzare, tutelare e curare.

Napoli, 24 luglio 2007

Per aderire al comitato ....

occorre sottoscrivere il documento e inviare una mail di adesione a c.spaziopubblico@gmail.com indicando:

La denominazione (del singolo cittadino o dell’ente che sottoscrive), un recapito e l'indirizzo e-mail