mercoledì 10 febbraio 2010

Nessun permesso

Se il privato mangia tutto, è importante difendere e dare forza a strade, piazze, scuole, mezzi di trasporto e a tutti quegli spazi che ancora non sono andati a finire nella casella “privato”. Lo spazio pubblico delle città rimane l’ultimo rifugio di chi non può permettersi altro. Mentre sempre più forti e senza pudore si fanno le pretese di chi vuole fare anche dei luoghi di tutti territorio di colonizzazione, spazi da guadagnare
a sé stessi e al proprio gruppo (industria o associazione che sia). Per chi ha amici o conoscenti migranti tutto questo è ancora più visibile e pesante. Abbiamo occupato il resto del mondo (comprando quote d’inquinamento, prendendo in affitto il lavoro, impiantando industrie, azionando circuiti perversi con la cooperazione internazionale e guerre preventive) e ora ci arrocchiamo sullo spazio che ancora resta pubblico nella
nostra fetta di pianeta, reclamandone la proprietà al gruppo nazionale (o regionale).
Lo stiamo facendo nelle tante “operazioni pulizia” (le leggi antibivacco e gli sgomberi a partire dalle progressiste Firenze e Bologna), nell’immaginario collettivo (con le mille campagne d’odio) e in beni e servizi pubblici essenziali come scuole e ospedali.
I gruppi fi rmatari di questo documento, nelle proprie pratiche quotidiane centrate su spazi pubblici urbani, si uniscono a chi da sempre si batte per i diritti dei migranti perché lo spazio pubblico delle nostre città diventi possibilità anche per chi non è nato italiano.
Liberiamo gli spazi della città!
Via la paura dal potere!
Mai più nessun permesso (di soggiorno) per entrare nello spazio che è di tutti.
Per info e sottoscrizioni
c.spaziopubblico@gmail.com

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